CASETTA DELL'ACQUA PER MESI SENZA CONTROLLO


La casetta dell’acqua di Piazzale Bersaglieri per mesi non è stata sottoposta alle analisi di controllo interno previste nel Dlgs 31/2001. È questo quello che emerge da una richiesta di accesso atti da noi presentata ad Aprile u.s. e che ha visto una risposta a dir poco lacunosa soltanto nel mese di Luglio (potete leggerla qui). Come i lettori ricorderanno, avevamo fatto notare e sollecitato più volte in Consiglio Comunale e attraverso la stampa affinché venissero pubblicate le analisi di controllo sui valori di arsenico erogati dalla “fontanella”. Solleciti che costrinsero la maggioranza, nello stesso mese di Aprile, ad affiggere sulla struttura in legno i relativi risultati. Proprio quei valori alquanto anomali (7.7 μg), per una fontana con impianto di filtrazione da arsenico, ci aveva portato ad andare in fondo alla questione e a presentare richieste di chiarimenti. Ora l’amara scoperta che anche nei mesi precedenti, il Comune non ha mai effettuato quelle analisi di controllo obbligatori che, come fatto presente sin dal Consiglio Comunale di dicembre, non spettano più all’ASL.

Sulla base infatti delle Circolari del Ministero della Salute, l’attività di erogare acqua con queste strutture viene definita come “somministrazione di alimenti e bevande”, pertanto il Comune come gestore dell’unità distributiva assume la qualità di OSA (Operatori del Settore Alimentare) e come tale deve attenersi alla disciplina vigente in materia di alimenti, in particolare al Regolamento CE 852/2004.

Dalla lettura della risposta è deducibile che all’ufficio tecnico non sia stato dato l’indirizzo politico di ottemperare a questi controlli per via dell’entrata in funzione del dearsenificatore di Piazzale Andersen. Ciò, a detta dell’Amministrazione, darebbe la certezza di erogare anche a Piazzale dei Bersaglieri acqua con valori di arsenico inferiori ai 10 μg consentiti. Peccato però che tutto questo non possa essere certificato ed acclarato da nessun documento ufficiale visto e considerato soprattutto che, dalle analisi precedenti si notava come detti valori aumentassero con la distanza dai dearsenificatori. Inoltre la medicina stabilisce che “l’acqua come ogni altro alimento, può diventare un importante veicolo di contaminazione (e di infezione) e il rischio di contaminazione ambientale deve conseguentemente essere oggetto di valutazione”.

Vogliamo ricordare che quando ad effettuare le analisi era la ASL, (in un periodo in cui era in funzione solo il dearsenificatore di Piazzale Andersen) i valori non hanno mai superato i 2 μg. Perché il dato ha avuto questa sensibile lievitazione? Perché non sono stati effettuati i controlli mensilmente in modo da rassicurare la popolazione su ciò che la popolazione stava prelevando dalla casetta? I costi di un’analisi sull’arsenico non sono poi così eccessivi, si aggirano intorno ai 50 euro.

Una leggerezza che conferma ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che questa amministrazione non ha mai creduto nelle classiche case dell’acqua tanto da arrivarne alla chiusura e al non controllo. Un servizio che, se gestito in maniera ottimale, oltre a ridurre la produzione di rifiuti, consente anche un notevole risparmio di risorse naturali ed economici per le famiglie. Difatti, una casa dell’acqua, consente ai cittadini di approvvigionarsi di acqua liscia e gassata con un notevole risparmio economico (si calcolano risparmi annuali per una famiglia di € 200/300), mentre nel contempo la struttura stessa diventata un luogo di aggregazione e di socializzazione.

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